
Quando pensiamo ad abusi, maltrattamenti specie se sessuali e svendite del proprio essere, automaticamente, tendiamo a rappresentarci, come vittime, delle donne.
Ma cerchiamo di tenere presente anche il punto di vista maschile: perché gli uomini si svendono per le donne, o si svendono in generale?
Mi piacerebbe, approfittando di quest’argomento, riportare di seguito sia la svalutazione personale maschile (fenomeno dello “zerbino”), sia la svalutazione più fisica e psicologica (maltrattamenti sessuali e psicologici, appunto).
Quindi, perché gli uomini si svendono per le donne diventando degli zerbini?
Nessun uomo zerbino è disposto ad ammettere di essere un uomo zerbino perché, altrimenti, farebbe qualcosa per risollevarsi dalla misera condizione in cui è caduto.
Da cosa si riconosce l’uomo zerbino?
Dal fatto che annulla se stesso, le proprie aspirazioni, le proprie passioni e le proprie preferenze per rimettersi totalmente nelle mani della sua donna.
E’ un soggetto servizievole, sempre disponibile, che non dice mai di no ed accetta silenziosamente tutto ciò che lei sceglie o dice.
Ma come si arriva a questo punto che gli uomini si svendono per le donne?
Per due ragioni sostanzialmente: o lui ha il terrore di rimanere single oppure è talmente innamorato che l’idea di perdere la propria donna lo induce a trasformarsi in uno zerbino.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte a delle “deformazioni” della relazione, nessuna delle due è corretta e nessuna delle due può durare in eterno.
Soprattutto alla luce del fatto che la donna, che solitamente non è sciocca, saprà approfittare della situazione e sfruttare come può un tipo di uomo tanto debole e accondiscendente.
Il suggerimento che possiamo dare gli uomini zerbino è quello di ravvedersi in fretta perché alle donne, solitamente, l’uomo sottomesso non piace affatto e sono solite mollarlo nel momento in cui trovano qualcuno di più intraprendente, sicuro di sé e, magari, molto meno disponibile e comprensivo ma affascinante.
Un’ultima battuta su quest’argomento, a mio avviso molto interessante: perché gli uomini si svendono per le donne, accettando qualsiasi tipo di maltrattamento?
Una realtà spesso sconosciuta, quella dei maltrattamenti, psicologici, fisici e sessuali che ogni anno circa 50mila uomini italiani subiscono per mano di mogli o compagne, soprattutto in fase pre o post separazione e quando ci sono di mezzo i figli.
A stimare all’Adnkronos le cifre del fenomeno è Vincenzo Spavone, presidente dell’Associazione Genitori separati dai figli (Gesef).
“Il fenomeno della violenza sugli uomini è tutt’altro che marginale”, anche se “gli episodi di lieve e media gravità – emerge dalla ricerca – non vengono percepiti dai soggetti come reato: pertanto non vengono mai denunciati, e solo raramente rivelati ad amici o familiari. Soprattutto perchè fra gli uomini prevale un sentimento di vergogna e umiliazione, nonché il dubbio di non essere creduti”.
Per questo solo il 5% degli episodi di maggiore gravità viene denunciato alla autorità pubblica, in particolare nella fase di crisi della coppia o dopo la separazione.
Ma la violenza psicologica è la più ‘pesante’ da sopportare per gli uomini.
Una violenza che, durante la convivenza “viene percepita dalla maggior parte dei soggetti – emerge dallo studio – come lesiva della dignità personale e del ruolo familiare.
Mentre dopo la separazione, la violenza subita è identificata principalmente come stato di perenne tensione vendicativa / distruttiva, ovvero uno strumento per corrodere la propria relazione con i figli”.
E ancora: violenza sessuale.
Un fenomeno fra i più sconosciuti alle cronache, ma che riguarda “tutti quei processi o episodi che producono effetti devastanti sulla personalità e nell’ambito psico-fisico dell’uomo vittima, equiparabili e talora superiori a quelli dello stupro subito dalla donna”, spiega la ricerca.
Si va dal rifiuto sistematico e prolungato del rapporto sessuale da parte della donna, riferito dal 68% degli uomini, ai casi in cui le donne denunciano strumentalmente di aver subito molestia o violenza o denunciano abusi sessuali sui figli (con percentuali del 33%).
Infine: la violenza economica.
Durante la convivenza, in oltre 1/3 dei casi si verifica una resistenza della partner lavoratrice retribuita alla condivisione delle spese per la casa e il mantenimento dei figli, che incidono perlopiù sul reddito del soggetto vittima.
Percentuale che dopo la separazione aumenta al 79%.
Fra gli altri comportamenti: la sottrazione di fondi bancari cointestati (denunciata nel 60% dei casi durante la convivenza) o di beni e oggetti di comune proprietà (67%), fino al ricatto economico, ovvero la possibilità di frequentare i figli in cambio di una somma più consistente di denaro per il loro mantenimento.
Come evitare quindi di cadere nella trappola dello “zerbinismo”?
Ecco i tre punti fondamentali:
Capacità di riconoscere le emozioni
L’obiettivo riguarda l’autonomia emotiva e la percezione delle emozioni senza il coinvolgimento negativo legato alla presenza di altre persone (arrossire, balbettare, vergognarsi, ecc.).
Capacità di comunicare emozioni e sentimenti
Anche negativi, attraverso molteplici strumenti comunicativi, riguarda la libertà espressiva, il controllo delle reazioni motorie senza che queste siano alterate o inibite dall’ansia e dalla tensione.
Consapevolezza dei propri diritti e la capacità di avere rispetto per sé e per gli altri
Vi invito a focalizzarvi bene sull’ultimo punto: il rispetto per sé stessi è una cosa fondamentale, non dimenticatelo mai.
Personalmente trovo l’argomento molto stimolante e mi piacerebbe ampliarlo e perché no, magari ragionare su episodi di vita reali. A breve proporrò un articolo di approfondimento al tema dell’ “uomo-zerbino”.
Nel frattempo aspetto i vostri pareri!